lunedì 22 dicembre 2008

JEET KUNE DO


JEET KUNE DO - La via del pugno che intercetta
Per capire il Jeet Kune Do, getta alle ortiche tutti gli schemi, tutti i modelli, tutti gli stili e lo stesso concetto di ciò che è o non è ideale nel Jeet Kune Do. Sai definire una situazione senza darle un nome ? Definire, dare un nome fa paura. Vedere una situazione come essa e', e' difficile. Le nostre menti infatti sono molto complesse, e mentre e' facile insegnare una tecnica, insegnare un atteggiamento interiore è difficile. Il Jeet Kune Do favorisce l'informalità per poter adottare tutte le forme e non avendo un suo stile specifico può adottare tutti gli stili. Si serve di tutti i metodi e non è condizionato da nessuno di essi, si serve di tutte le tecniche (o mezzi) che sono utili al suo scopo. Affronta il Jeet Kune Do con l'idea di dominare la volontà. Non pensare di vincere o perdere, dimentica l'orgoglio e la sofferenza. Se il tuo avversario ti scalfisce la pelle, maciullagli la carne e fratturagli le ossa, se ti spezza le ossa, togligli la vita. Non pensare a salvarti, poni la tua vita ai suoi piedi.Pensare all'esito del combattimento è un grosso sbaglio, non pensare come finirà se con la vittoria o con la sconfitta. Lascia che la natura segua il suo corso e i tuoi strumenti colpiranno al momento giusto.Il Jeet Kune Do rifugge dal superficiale, penetra nel complesso, va al cuore del problema e ne individua i fattori chiave.Il Jeet Kune Do non gira intorno alle cose, non prende strade secondarie, va dritto allo scopo. La distanza più breve fra due punti è la semplicità.L'Arte del Jeet Kune Do consiste nel semplificare. E' essere se stessi, è la realtà della sua essenza, significa libertà nel vero senso del termine; non lasciarti condizionare da vincoli, limitazioni, paralizzazioni, complessità. Il Jeet Kune Do è illuminazione. E' uno stile di vita, significa possedere forza di volontà, però deve essere illuminato dall'intuito. Mentre durante l'allenamento l'allievo deve essere attivo e più dinamico possibile, durante l'incontro esso deve essere calmo e imperturbabile, deve sentirsi come se non si stesse svolgendo un evento drammatico. Deve comportarsi in modo normale, la sua espressione non deve cambiare. Nulla deve rivelare che è impegnato in una lotta mortale.Vuota la coppa affinchè possa essere riempita. Per partecipare alla totalità fa il vuoto dentro di te.


PRINCIPI PRATICI DEL JEET KUNE DO

Dagli appunti di Lee:
1. Rigorosa economia strutturale nell'attacco e nella difesa (attacco: arti avanzati vivi/difesa: mani che trafiggono).
2. Armi versatili, calci e pugni sferrati "con arte senza arte", senza attenersi ai metodi, per evitare parzializzazione
3. Ritmo spezzato, mezzo ritmo e ritmo intero o ritmo di trequarti (ritmo del JKD nell'attacco e nel contrattacco)
4. Allenamento coi pesi, allenamento scientifico supplementare e messa a punto completa
5. Movimenti diretti, il "movimento diretto del JKD" in attacchi e contrattacchi sferrati dalla posizione in cui si é (senza modificarla)
6. Tronco mobile e lavoro di gambe disinvolto
7. Materia morbida e tattiche di attacco imprevedibili
8. Corpo a corpo spietato:
a. abbattimento con astuzia
b. atterramento
c. presa stretta
d. immobilizzazione
9. Irrobustimento dell'intero organismo (allenamento totale e allenamento mediante contatto, su bersagli mobili)
10. "Armi" potenti rese aguzze dal continuo "affilamento"
11. Espressione individuale e non produzione di massa, vitalità e non morta applicazione di regole classiche
12. Oltre ai movimenti fisici, cura la ‘continuità dell'io che si esprime'
13. Totalità, non frammentarietà strutturale
14. Rilassamento e insieme potente penetrazione. Ma un rilassamento ricco di elasticità, di scatto, non un corpo fisicamente rilassato. E versatilità mentale (interiore)
15. Flusso ininterrotto (movimenti rettilinei e curvi, in alto e in basso, verso destra e verso sinistra, passi laterali, oscillazione verticale e circolare del busto, movimenti circolari con le mani)
16. Atteggiamento ben bilanciato durante il movimento, costantemente. Continuità fra massima tensione e massimo rilassamento.

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